La mia collezione di fotocamere è passata attraverso diverse fasi, la prima può essere intitolata “l’esplorazione delle tecniche”.
Poi c’è stata la fase “russa”, la fase “costa poco la compro”, la fase “che strana la compro” e la fase “dicono che è spettacolare, la compro e da oggi in poi uso solo questa”.
Questa fotocamera risale alla prima fase, ancora non sapevo cosa volesse significare la parola telemetro e la questione mi incuriosiva non poco. Sia chiaro che è possibile vivere anche senza conoscere questo tipo di messa a fuoco, a me all’epoca sembrava difficile quindi la acquistai per sperimentare.
Piccola digressione sul concetto di messa a fuoco con il telemetro: nel mirino (galileiano) ci sono due immagini sovrapposte sfalsate, si ruota la ghiera di messa a fuoco fino a quando le immagini non si allineano perfettamente, a quel punto l’immagine è a fuoco.
La Canonet fu una linea perlopiù a telemetro Canon prodotta negli anni ’70 e la “28” era una versione low-cost o per meglio dire popolare.
Esteticamente si capisce subito che arriva da quegli anni e si capisce anche che alcune parti in plastica sono li per far quadrare i conti. L’ho acquistata circa sei anni fa e mi sembra che tuttora il prezzo sia decisamente economico.
Ciò nonostante questa fotocamera è uno spettacolo, o meglio lo era. Adesso ha iniziato a perdere colpi il meccanismo di avanzamento della pellicola ma fino a qualche tempo fa scattava senza intoppi ed era affidabile anche in termini di esposizione.
Bisogna dire che questa macchina può essere utilizzata sia in modalità completamente automatica che a priorità di diaframmi.
Sul gruppo ottico c’è una levetta per il settaggio degli ISO e una ghiera per i diaframmi che vanno da f/2,8 a f/16 più la modalità automatica A.
L’esposimetro a solfuro di cadmio regola in ogni caso i tempi di scatto, una levetta all’interno del mirino ci indica quale tempo la fotocamera utilizzerà. Se la luce è poca o troppa e siamo in modalità auto il pulsante di scatto si blocca. Sofisticata.
Come tutte le fotocamere a telemetro è silenziosissima perché manca lo specchio, aggiungiamo anche il discorso dell’esposizione automatica e si capisce subito che questa macchina è particolarmente adatta per la street photography. Basta mettere a fuoco e clack!
Anche l’ergonomia non è affatto male, si maneggia bene ed è piccola e leggera da portare in giro.
Sulla parte superiore c’è l’aggancio hot-shoe per il flash. Il flash di questa fotocamera è una delle sette meraviglie, purtroppo a me manca.
La cosa che mi ha fatto impazzire da subito sono stati i colori, forse la qualità delle lenti in questo caso fa veramente la differenza.
Le foto che ho scelto per dimostrarvelo sono state scattate tra Palermo e Roma.
In giro ho letto che molti parlano di light-leaks (infiltrazioni di luce) e si sa che oggi vanno di moda…smentisco.
Questa sotto forse è l’unica foto con infiltrazioni che ho trovato ma ad essere sincero mi sembra più una sovrapposizione parziale di due scatti. O magari ho aperto il dorso col rullino dentro, non è da escludere!
L’ultima è bellissima, light leaks o sovrapposizione o quello che è.
E’ una bella macchina, mi faceva gola tempo fa, quando anche io ero nella fase della sperimentazione delle tecniche. :) Bravò!
e la prima foto, fantastica.
T’aringrazio e soprattutto te la consiglio, dovrebbe costare pochissimo. Ricordo che la volevo far riparare per quel problema di trascinamento della pellicola ma poi mi ero reso conto che mi sarebbe costato di meno ricomprarla!
Direi che non sia un infiltrazione di luce, piuttosto un riflesso sulle lenti dell’obiettivo, si nota anche un riflesso esagonale del diaframma causati dalla luce diretta del sole.
Se avessi aperto il coperchio per più di un venticinquesimo di secondo ci sarebbero almeno un paio di fotogrammi completamente bruciati, come minimo.
Elementare Watson … ;)
Il ritratto in controluce ha comunque un suo fascino e mi piace.
Ciao
Ottimo Sherlock! in realtà però oltre al riflesso che giustamente mi hai fatto notare c’è anche quella texture rossa in basso a sinistra e quella velatura bluastra verticale che non mi spiego…comunque non sono infiltrazioni questo possiamo concluderlo ;)
… l’ultima: *_*
Prendo nota :)
E’ esattamente il tipo di macchina che mi fa impazzire, così sobria ed elegante col suo metallo satinato..
L’ultima foto è stupenda.
è vero! è proprio elegante…che poi in quel periodo ne sfornarono molte simili anche le altre case, tutte bellissime!
Pingback: I Capitolini | Interno in bakelite
Ciao, adoro i toni caldi di queste foto, posso chiederti che pellicola hai utilizzato?
Ciao Danilo, ho fatto una piccola ricerca ma purtroppo sono vecchie foto e all’epoca non riportavo il tipo di pellicola sulle scansioni. Posso solo dirti che le prime quattro sono sicuramente su diapositiva!