digital, nikon d7000

In pellegrinaggio alla LOMO

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Due anni fa tornato da San Pietroburgo ho scoperto che avevo mancato un obiettivo clamoroso: la fabbrica LOMO.
Per anni non avevo collegato che si trattava dell’acronimo di “Leningradskoye Optiko-Mekhanicheskoye Obyedinenie” ossia  qualcosa come “associazione ottico-meccanica di Leningrado”, da qui la mia mancanza.

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Two years ago I came back from a trip to Saint Petersburg and I realized that I missed a fundamental point of interest: the LOMO factory.
For years I ignored that LOMO means “Leningradskoye Optiko-Mekhanicheskoye Obyedinenie” (Leningrad Optics & Mechanics Amalgamation) and that was  the problem.

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Oggi nel ridente stabilimento in Chugunnaya Ulitsa si continuano a produrre microscopi, telescopi e apparecchiature mediche.
Non mi è molto chiaro quanto oggi la LOMO russa sia imparentata con la Lomographische AG austriaca che detiene il marchio “Lomography”. Fino a ieri avrei detto che non avevano niente a che spartire, ma ho poi scoperto il fantastico sito in flash lomo.ru. Qualche relazione con la “Lomography entertainment” deve esserci visto che nella home c’è anche il link a lomography.com.

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Today in Chugunnaya Ulitsa the factory produces microscopes, telescopes and medical devices.
It’s not clear to me how russian LOMO is related to austrian Lomographische AG (who owns the “Lomography” trademark). I always thought that was only a name-tribute to the camera maker, but than I discovered the fabulous flash website lomo.ru and there’s a link in the homepage wich points to lomography.com. 

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Dal 1995 fino al 2005 qui era ripartita la produzione della LC-A, grazie a delle negoziazioni con l’allora vice-governatore di San Pietroburgo Vladimir Putin.
La grande richiesta registrata a partire dal ’91 era dovuta a due studenti austriaci che, ispirati da questa fotocamera, crearono il movimento oggi conosciuto come “Lomography”.

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From 1995 until 2005 this factory re-started LC-A camera production after negotiations with the vice-mayor of Saint Petersburg Vladimir Putin.
Requests for this camera were growing since 1991, after the founding of the “Lomography” movement made by two austrian students fascinated by LC-A.

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Fondata nel 1914 nell’allora Pietrogrado, con non so quale nome, venne riorganizzata diverse volte e divenne anche GOMZ “Gosularstvennyi Optiko-Mekhanicheskii Zavod” (azienda ottico-meccanica statale) nel ’32.
Negli anni sovietici è stata una delle aziende più importanti e segrete dell’unione ed è arrivata ad impiegare fino a 30.000 lavoratori. Ha collezionato nella sua storia tre “ordini di Lenin” che ora campeggiano sopra l’ingresso della fabbrica.

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The factory was founded in Petrograd in 1914 – I couldn’t find the original name – and was reorganized several times. His name even changed to GOMZ “Gosularstvennyi Optiko-Mekhanicheskii Zavod” (State Optical and Mechanical Factory) in 1932.
In the sovietic era was one of the largest and most secret company of the Union and employed over 30.000 workers. In his history LOMO collected three Orders of Lenin, now visible above the main entrance of the building.

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A parte la LC-A, LOMO ha prodotto negli anni apparecchi “pop” notevoli come la Lubitel e la Chmena.  Caratteristiche principali: essenzialità, resistenza e basso costo di produzione.
Ho potuto solo passeggiare intorno l’edificio, sapevo anche di un piccolo negozietto con microscopi e rimanenze che però non sono riuscito a trovare.
Sarà per la prossima volta.

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A lot of russian “pop” camera were produced here, like Lubitel or Chmena. Typical of these devices are simplicity, solidness and low-cost production.
I just walked around the factory, I remember I heard rumors about a little shop with few microscopes and unsold stock but I couldn’t find it.
Maybe next time I’ll be more lucky.

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cmeha 8M, film

Cmeha 8M

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 In piena fase USSR mi è capitato di comprare per pochissimi denari su ebay un paio di smene. In cirillico CMEHA, per il resto del mondo SMENA si tratta di una fotocamera estremamente popolare e economica tanto da essere considerata da molti, secondo me erroneamente, una toy-camera. La Smena 8M in particolare prodotta per più di un ventennio (1970/1995) con diverse varianti sul tema “plastica” sia dalla GOMZ ed in seguito dalla LOMO, ha venduto circa 21 milioni di unità e nel 1985 costava 15 rubli. Sul sito lomography vendono le rimanenze di produzione intatte e inscatolate a 80 euro, perchè “ha uno stile cool” e “realizza scatti super”. Vabbè.

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Come già detto ci sono un’enormità di modelli di Smena e ci sono un’enormità di varianti sulla 8M. Il concetto però è sempre lo stesso: una fotocamera 35mm  supereconomica completamente manuale per le masse. L’ergonomia credo non sia stata contemplata nella progettazione di questo parallelepipedo che ha in pratica tutti i settaggi sul gruppo ottico e rende l’impostazioni per lo scatto macchinose e lente.

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La messa a fuoco è a intuizione: c’è la scala sull’obiettivo che va da 1 mt a infinito e bisogna tirare a indovinare, l’escursione è tanta e bisogna girare parecchio per settare il valore giusto, peccato che non c’è nessuna possibilità di riscontro visto che il mirino è galileiano. Tanta fatica per nulla. Delle simpatiche nuvolette indicano i tempi di scatto e il diaframma (che va da f4 a f16) va settato in una ghiera vicinissima alla lente che è a rischio impronte digitali. Dopo aver impostato la fotocamera bisogna far avanzare la pellicola dalla rotella posta sul retro, abbassare la levetta per caricare l’otturatore e di infine si scatta.

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Sulla parte superiore c’è la slitta per il flash e il rocchetto per il riavvolgimento della pellicola. Non c’è molto altro da dire se non che il peso è quasi ridicolo (non sembra possibile di avere tra le mani una fotocamera) e che la lente in vetro non è affatto male! In conclusione un’ottima macchina sotto i 30 euro per arrovellarsi in modalità manuale.

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