film, mamiya 645J

Mammamiya! Parte 1 di 2

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I miei acquisti fotografici di solito sono low-low budget, cerco fotocamere usate dai 15 euro in giù non tanto per tirchieria ma per poter sperimentare senza troppa snobberia vintage su quelli che sono stati gli strumenti fotografici di massa.
È arrivato un punto in cui ho voluto provare a fare un saltino, niente di clamoroso, e puntare ad una medio formato aggiungendo uno zero. In fotografia di zeri se ne possono aggiungere tanti, ma si può anche trovare qualcosa di estremamente interessante senza esagerare troppo o farsi catturare dal fascino dei marchi inaccessibili ai terrestri.

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Per farla breve desideravo una Mamiya o una Zenza Bronica- Più perchè mi piacevano i nomi che per altro.
Scherzi a parte ho trovato un corpo un po’ usato con un ottica un po’ ammaccata ad un ottimo prezzo e sono giunto alla Mamiya 645J in questione.
Una fotocamera prodotta a partire dal 1979, solamente per i consumatori al di fuori del mercato nipponico, che per ragioni di economia tagliava un paio di funzioni rispetto la gemella M645. La “J” non per caso sta per “Junior”.

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Questa medio formato scatta foto su un negativo 120 di 6 x 4,5 cm il rapporto è quindi il classico 4/3. Il dorso per la pellicola è integrato nel telaio principale quindi non si possono cambiare i rulli in corsa staccando solo il retro come invece è possibile fare con altri modelli.
Si può sostituire però il viewfinder, nelle foto sopra ho montato un pozzetto classico ma ho anche acquistato separatamente un pentaprisma che in alcune circostanze la rende più facile da gestire.
L’ottica in questo caso è un Sekor 80 f2,8, che per il medio formato può essere definito un “normale”.

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Nonostante si tratti di una fotocamera medio formato tra le più economiche non mancano le accortezze progettuali come il blocco del pulsante di scatto, la spia luminosa per il check della batteria, il contapose laterale non a finestrella…tutte cose a cui non ero abituato insomma.
Ho letto di molti che ne esaltano la compattezza e la leggerezza, sinceramente non sono nelle condizioni di poter fare paragoni ma per la mia esperienza fino ad oggi non ho sofferto affatto ad usarla, buon segno!

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I tempi di posa vanno da 1/500 fino ad 1 sec + posa B, sul lato del corpo è possibile selezionare la modalità “multi” per le multiesposizioni.
Nella seconda parte di questo post racconterò ed illustrerò dettagliatamente le traversie legate a questa innocente creatura e a come per qualche settimana ho creduto di essere incappato di nuovo in un altra “asola”.

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bencini koroll 2

Bencini Koroll 2 (o II)

Non sono patriottico neanche in periodo di Europei di calcio, tuttavia questa che vedete nelle foto è una macchina tutta italiana (milanese ad essere precisi): la Bencini Koroll 2.
Una fotocamera che ho acquistato quasi per sbaglio (è figlia di una contrattazione ad un banchetto di Porta Portese) e su cui non avevo nessuna aspettativa ma posso assicurarvi che mi sta facendo veramente divertire!

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I’m not so patriotic, even during the European Football Challenge, anyway here I’am introducing an italian camera from Milan: the Bencini Koroll 2.
I bought this one by mistake (I was negotiating for another camera in Porta Portese) and I had no expectations from it, but now I can tell you that it’s really funny!

Partiamo col dire che di Bencini Koroll 2 (prodotte dal 1961) ce ne sono almeno due versioni, hanno piccole differenze estetiche e la scritta in alcuni casi è “koroll 2” in altri “koroll II”. Mistero della fede.
Il corpo è ultra massiccio, puro metallo pesantissimo, come se non bastasse l’assenza di attacchi per la tracolla ci obbliga a portarla a mano…

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There are at least two different models of Bencini Koroll 2 (produced in the early 60s), some are marked as “koroll 2” other as “Koroll II” but they only have little aesthetical differences.
It has a metallic body, really heavy, and it cames without a joint for a shoulder strap…so we have to carry it around with our hands! 

La vera particolarità di questa macchina è però il formato, stiamo parlando di una half-frame medio formato ossia metà porzione di un rullo 120 (6×6). Tradotto potrei banalizzare dicendo che scatta in formato verticale! Le più costose pellicole 120 in questo modo producono fino a  24 fotogrammi, con un ritaglio molto particolare.

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I love this camera because of its format, in fact that’s an half-frame medium format camera: it exposes only half of a 120 film frame (6×6) and we can say that give us only vertical images! The more expensives 120 films can contain 24 photos with a particular framing effect.

L’immagine qui sopra dice quasi tutto: i tempi di posa sono B + 1/30 + 1/60 + 1/125, la lente è un 55 mm acromatico…made in italy! Un’altra particolarità non trascurabile riguarda invece i diaframmi: questa macchina è buia, ma buia buia buia.
Il diaframma aperto al massimo segna f/8 chiuso f/22!

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On the image above you can read almost all the possible info about this camera: shutter times are B + 1/30 + 1/60 + 1/125, the lens is a 55 mm acromatic…all made in Italy. Another peculiarity is about the iris, this is a really dark camera, the wider aperture is f/8!

Come potete vedere il pulsante di scatto si trova sulla parte superiore, al suo fianco troviamo la rotellina per l’avanzamento della pellicola che ovviamente non ha nessun sistema di blocco per evitare le doppie esposizioni…ci si può divertire! Il conto delle foto viene fatto dal dorso della macchina, due piccoli vetrini rossi ci fanno leggere a che punto della pellicola siamo.
L’anello di messa a fuoco è sulla lente e va da 1,2 m fino a infinito.

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As you can see the shutter button is on the top, near the advancing ring that obviously has no blocks to avoid double exposures. We can have some fun!
You can read the advancing number of the film on the back of the body through two little red glasses.
The focus ring is on the lens and it goes  from 1,2 m to infinite.

Questi che vedete sono i primissimi scatti, fatti con una pellicola lomography da 400 ISO, ecco il perchè di tutta questa grana!

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These are the firsts photos I did with a 400 ISO film from lomography, that’s why I got all this grain!

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film, zeiss ikon colora f

Zeiss Ikon Colora F

Quest’anno ho comperato solo questa, almeno per ora.

La mia 23esima fotocamera arriva dagli anni ’60, utilizza il rullino 35mm e mi piace da impazzire.

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This is my first purchase of the year.

My 23rth camera comes from the ’60s and uses 35mm films. I love it!

Non ha esposimetro, il diaframma i tempi dell’otturatore e la messa a fuoco sono tutti sull’ottica e lo scatto è posizionato sulla parte anteriore del corpo.

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It comes without an exposimeter. The iris, the shutter times and the focus are on the optical group, the shutter button is in the front of the camera.

La leva per l’avanzamento del rullino è pura poesia fotografica cosi come l’alloggio per la batteria situato nella “spalla” destra, con tanto di tappo curvo. Un bottoncino fa scattare verso l’alto l’alloggio per il contatto a caldo del flash e offre la possibilità di usare lampade flash AG-1. Il mirino è galileano e come tutti i mirini galileani serve a poco. Il contapose è posto nella parte inferiore della macchina e grazie ad un apposito foro sulla custodia può essere consultato anche quando la fotocamera è chiusa dentro.

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The lever who advance the film is pure poetry as well as the battery case located on the right side of the camera (it has a wonderful rounded cap). A button lifts the AG-1 flash bulb holder in the top plate. The camera has a galilean viewfinder, and like all the galilean viewfinders we can say it’s useless. The counter is in the base, and can be viewed even when the camera is closed inside her case.

Appena arrivata a casa l’ho testata con un rullino 200 Kodak (R.I.P.) e questi sotto sono tre dei suoi “primi” scatti fatti qui a Roma nel mese scorso.

Si mamma, sono un feticista.

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As I arrived home I tested it with a Kodak (R.I.P.) 200 ISO film, and these below are the “firsts” shoots here in Rome.

Yes mom, I’m a feticist.

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