Ero indeciso sul titolo del post: nella rosa c’erano anche “Braunschweig, Giappone” oppure “International-Bessa”, alla fine ho optato per una soluzione più comprensibile e diretta.
Il marchio Voigtländer è storico, antecedente alla “vista dalla finestra a Le Gras” fu fondato addirittura nel 1756 a Vienna e produceva apparecchiature ottiche.
Nei primi anni ’40 (n.b. del 1800) iniziò ad affacciarsi su quel mondo che l’avrebbe portato fino ai giorni nostri, la fotografia.
Dal 1756 ad oggi le cose a livello societario sono cambiate parecchie volte, elenco solo alcuni passaggi nella tortuosa storia del marchio:
- dal 1849 la sede fu trasferita in Germania più esattamente a Braunschweig (Voigtländer spesso viene considerato un marchio tedesco)
- nel 1958 fu comprata dalla Carl Zeiss
- nel 1973 fu comprata dalla Rollei
- dal 1999 il marchio viene acquistato dalla giapponese Cosina
Proprio la Cosina riesce a ridare lustro a questo nome, dopo anni di declino, con il progetto ambizioso di produrre delle fotocamere a telemetro di qualità rispolverando il glorioso nome Bessa.
Ho aggiunto l’aggettivo “ambizioso” perché produrre fotocamere di questo tipo, nel campo dominato dal mostro Leica e per di più analogiche quindici anni fa non dev’essere sembrata una mossa molto intelligente. Tutto questo considerando che Cosina è tutt’oggi un’azienda fuori dall’olimpo delle più blasonate e all’epoca non possedeva le conoscenze tecniche e tantomeno l’esperienza per sfidare Leica.
Invece fu un successo, tant’è che dopo la L e la T vennero la R, R2, R3 e R4.
Questo è in parte dovuto al costo (decisamente più basso rispetto alle M) e in parte all’ottima qualità raggiunta.
Da qualche parte ho addirittura letto che molti fotografi acquistavano le Leica ma poi in giro scattavano con le Bessa, a colpo d’occhio molto simili, per paura dei furti. Mi sembra un ottimo segno!
Io nel mio piccolo ho optato per la Bessa-R: attacco a vite m39, mirino estremamente luminoso (molti dicono sia meglio delle Leica M2 o M3), otturatore a doppia tendina meccanica, autoscatto e esposimetro a led. L’ho equipaggiata con un ottimo vetro russo, l’industar 61, prelevato da una Fed e un paraluce cinese giusto per sottolineare che la globalizzazione è di casa. Spesso la uso con una tracolla Nikon e diventa ancora più meticcia.
I tempi di scatto vanno da 1/2000 a 1 secondo più posa B, nella parte superiore c’è un selettore per l’obiettivo in uso (che modifica la cornice nel mirino) e la slitta per il flash, più avanti lo storico logo Voigtländer.
Il dorso è o per meglio dire “era” coperto in una gommina tremenda, facile da graffiare e terribile al tatto era l’unico neo a mio avviso di questo gioiellino.
Gli ho fatto la festa con l’alcool, strofinando è venuta via benissimo ed essendo molto sottile esteticamente non si nota la differenza, anzi si nota in meglio!
Su questo fantastico dorso c’è la finestrella per vedere il rullino, utilissima soprattutto per chi non usa troppo spesso la fotocamera e dimentica se è carica.
L’esposimetro calcola la luminosità riflessa da un pallino grigio disegnato sulla tendina dell’otturatore, per questo è molto accurato e mi ci sono trovato benissimo. Altro punto di forza è la leggerezza: poco meno di 400 grammi la fanno diventare ancora più piacevole da portare in giro.
Qui di seguito alcune foto scattate con la Bessa R, in fondo alcuni link per chi volesse approfondire.
- il sito che mi ha convinto a comprarla
- una pagina ricca di informazioni sulle Bessa
- una recensione dell’obiettivo industar 61